Complesso Bovisasca
Milano - Via Bovisasca 51
- ProgettazioneArch. R. Calamida, Arch. G. De Alessandri, Arch. A. Geroldi, Arch. E. Piccoli, Arch. R. Valmassoi
- CoordinatoreArch. D. Colombini
- ImpresaI.C.L.E.U.
- Abitazioni200
L'Opera
Il progetto degli architetti Calamida, De Alessandri, Geroldi, Piccoli, Valmassoi, di tre torri residenziali di altezza di sessanta metri.
Questo progetto che ha partecipato alla Biennale di Venezia, ha previsto la realizzazione di un'opera che si distacca dalla routiniera prassi professionale per l'edilizia economica.
Su questo tessuto urbano dai caratteri insediativi frammentati, dalla densa commistione funzionale di zona mista, si è innestata la proposta del gruppo di progettazione.
Il Progetto delle Strutture
Problemi strutturali:
L'altezza notevole dei fabbricati e la disposizione degli elementi portanti verticali ha comportato la individuazione e la soluzione di alcuni problemi strutturali, che non si incontrano ni fabbricati di altezza usuale:
- Scelta e dimensionamento delle fondazioni;
- Controvento degli edifici per le azioni orizzontali (vento ed azioni sismiche)
- Coazioni dovute alle variazioni termiche.
Il peso complessivo di ciascun fabbricato è circa 10.000t, con un'area di base di circa 400 mq.
La scelta, dopo aver ipotizzato diverse altre soluzioni, è stata quella di disporre i fabbricati in senso diagonale a 45°.
Ciò ha permesso di realizzare fondazioni dirette a travi rovesce.
La fondazione del nucleo centrale è stata dimensionata tenendo conto dei carichi verticali e del momento flettente dovuto alle spinte orizzontali (vento ed azioni sismiche) disposte in tutte le direzioni possibili.
Ne è derivata una platea continua che, esercita in condizioni di assenza di vento, una pressione media sul terreno di circa 2,5 Kg/cm.
Mentre in presenza di vento tale pressione sale a circa 4Kg/cm2 sul bordo sottovento e scende ad 1 Kg/cm sul bordo opposto.
La soluzione è frutto di precisi obiettivi che i progettisti si sono imposti: orientamento ottimale dei corpi di fabbrica a torre; evitare affacci frontali di vedute e prospetti che interferissero nella "privacy" delle unità abitative di un territorio cresciuto per successive lacerazioni, disorganico e labirintico, ma nel contempo memoria e permanenza le, hanno di fatto contrastato una ricerca tipologica rivolta ad una città del passato in via di smantellamento.